Creare “qualcosa” di eccelsa bontà da prodotti freschi, naturali e anche salutari per l’organismo umano, non è cosa che tutti possono fare e, diciamoci la verità, non sempre riesce poi bene.
Eppure la maestria di Giovanni Portera, e lo splendido connubio “da artista” che poi è diventata l’esclusiva granita “Limagò” di Yoghi, ha subito raggiunto un tale livello di gradimento da parte dei clienti, da meritare d’essere presentata in tutto il suo “valore”, cominciando dal conoscere le proprietà dei due frutti che danno origine a nome e sapore: il limone e il mango:
Mango è il nome di un frutto tropicale e della pianta indiana delle Mangifere che lo produce; la specie più diffusa è la indica, nota anche come mango comune o mango indiano. Della Famiglia botanica delle anacardiacee, l’albero del mango è imparentato con l’anacardio, la pianta degli anacardi; i semi oleosi comunemente utilizzati come frutta secca. Il termine “Mango” è tamil e viene da “māṅgai” o “mankay”. La prima versione europea è stata in lingua italiana e risale al 1510 da parte di un certo Ludovico di Varthema. Dal 17° secolo in poi, il termine “mango” ha cominciato ad essere usato anche con il significato di conservato “sott’aceto o in salamoia” o comunque “in contenitore sigillato”; Ciò perché durante i lunghi viaggi navali, in assenza di tecnologie di refrigerazione, per incrementarne la conservabilità, il frutto veniva spesso trattato così per essere stivato in cambusa. Il mango è catalogabile sia come frutta ricca di vitamina A che come verdura ricca di vitamina C, in quanto il livello di acido ascorbico (vit. C) pare superiore rispetto ai contenuti di vitamina A costituiti da beta carotene e luteina zeaxantina. È una fonte nutrizionale di acqua, fruttosio, fibra alimentare e minerali, soprattutto potassio; ha un apporto calorico medio-elevato, simile a quello dei frutti tardo estivi o autunnali come fichi, loti, uva, melograni, mandarini, ecc. In Italia, il mango è assimilabile ad altri frutti carnosi dolci e aciduli. Senza controindicazioni di consumo per i soggetti sani, può originare reazioni di ipersensibilità allergica specifica o di tipo metabolico in soggetti sofferenti di obesità grave, diabete mellito tipo 2 e ipertrigliceridemia. ha un gusto dolce, un poco acidulo e caratteristiche organolettico-gustative oltre che sapore e profumo, del tutto inconfondibili. Forme, colori, consistenze della buccia e della polpa possono variare in base a varietà e specie, che possono provenire da coltivazioni sparse in diversi Paesi della fascia tropicale del globo. Il mango si consuma principalmente crudo e fresco, o sotto forma di succo e costituisce un valido ingrediente per dolci, gelati e granite. All’estero invece, il mango si mangia anche cotto o come ingrediente di moltissime ricette. Il mango crudo ha valori energetici medio-alti, costituiti da carboidrati solubili e quantità, poco rilevanti, di proteine e lipidi (fruttosio). I glucidi sono costituiti da fruttosio, i peptidi hanno poco valore biologico, cioè non contengono gli amminoacidi essenziali in proporzioni e quantità utili ai modelli proteici umani; mentre tra gli acidi grassi è presente una piccola quantità di acidi essenziali dei gruppi omega 3 e omega 6. L’acqua e la fibra sono presenti in notevole quantità ed è pieno di vitamine, tra le quali l’acido ascorbico (vitamina C), il beta carotene e luteina zeaxantina (RAE, provitamina A). Il mango è ricco di polifenoli quali quercetina, acido gallico, acido caffeico, catechine, mangiferina, tannini e xantoni,etc, etc,, aventi proprietà antiossidanti.
Il citrus limonum o limone, è invece un frutto dalle origini molto antiche considerato, oggi, una risorsa delle nostre terre, con ottime qualità terapeutiche. Oggi diffuso in tutto il mondo, i primi alberi di limone crebbero in Oriente e giunsero in Europa passando attraverso la Palestina e l’Africa. Da tracce rinvenute in archeologia, sembra che i Romani conoscessero la pianta del limone già nel I° secolo dopo Cristo. Ma le prime coltivazioni in Europa risalgono al XV secolo, ossia quando si scoprì che la vitamina C contenuta nell’agrume potesse sopperire a carenze vitaminiche e curare lo scorbuto, grave patologia causata da un’alimentazione povera di tale vitamina.
La vitamina C oltre a essere un potente antiossidante, nei periodi invernali può tutelare dai malanni stagionali rinforzando le difese immunitarie. Usata nei processi per la sintesi del collagene, ha ruolo essenziale nella rimarginazione delle ferite, agevola l’assorbimento del ferro e interagisce nella formazione dei globuli rossi del sangue. Di frequente viene usata in dosi massicce come terapia d’urto contro il raffreddore, riduce i danni della nicotina sull’organismo e agisce come antinfiammatorio dell’apparato cardio-circolatorio. Studi recenti evidenziano buone proprietà antitumorali di questa vitamina e si studia sulla possibilità di utilizzarla nella prevenzione dell’Alzheimer. Nel limone sono inoltre presenti sostanze come, vitamine B1, B2, PP, calcio, magnesio, ferro, fosforo, glucidi, cellulosa, sodio, potassio e acidi organici (citrico, malico, tartarico). Questi ultimi regolano l’equilibrio acido-basico del nostro organismo, evitando che l’eccessiva acidità lo renda più esposto alle infiammazioni e alle infezioni. Sembrerà strano, ma si può affermare che il tipico sapore aspro del limone inganna tutti sulla sua vera natura, che invece è fondamentalmente riequilibrante e alcalinizzante.
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